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Marìne - Fantasy

 
Una voce gli parlò:

"Salve Cavaliere... temerario, a viaggiare solo"

Morgan osservò meglio la figura: non gli diceva nulla, così vestita, ma quella voce... gli pareva di conoscerla.

"Temerario o pazzo, è indifferente... e soprattutto non Vi riguarda"

Diede un lieve calcio al fianco del cavallo e si incamminò nuovamente, tenendo la mano sulla spada. Voleva evitare guai, il suo istinto non sbagliava facilmente.
La figura voltò il cavallo e si mise al centro dell'incrocio, sbarrandogli la strada. Con finta indifferenza, Morgan la scansò leggermente aggirandola e la fissò con sguardo strafottente ma molto concentrato, con aria di sfida.
Rimase sorpreso quando si calò il cappuccio e mostrò il volto.
"E Voi? che diamine ci fate qui?!"

Fu l'occasione che Marìne aspettava. Cogliendolo di sorpresa, estrasse un coltello e fulminea tranciò la cinghia della sella sulla quale se ne stava Morgan, ignaro: senza avvedersi del gesto inaspettato, perse l'equilibrio, scivolò in un attimo e cadde con un tonfo assieme alla sella, in mezzo alla strada, mentre il suo cavallo rimaneva immobile, disinteressato. Si rotolò nella polvere mugugnando piano, tenendosi il fianco dolorante, sofferente più del bruciante smacco subito che della botta alla gamba... si era lasciato giocare come un pivello. Non fece in tempo a rialzarsi: la donna l'aveva già disarmato e si era seduta sopra di lui, serrandolo tra le ginocchia, brandendo, davanti ai suoi occhi, il coltello che lo aveva disarcionato. Fece per parlare, ma la donna lo anticipò, imperativa:

"Zitto! Non parlate, non siete nelle condizioni adatte, non trovate?"

Le labbra serrate, gli occhi profondi ma sfuggenti, gli puntò il coltello alla gola. Morgan si lasciò scappare un sogghigno.
Era sempre stata una donna fiera sì, ma non l'aveva mai vista così determinata… D'un tratto si chiese se quella lama sarebbe finita conficcata nel suo collo, se lei avrebbe davvero affondato… ma vide la sua espressione cambiare, e la bocca sciogliersi in un sorriso dolcissimo e mai visto.

"Che Vi aspettavate, Cavaliere? Che vi sgozzassi come un maiale? Non lo farò.. non ancora"

Morgan si stava ancora chiedendo se stesse cercando di prendersi gioco di lui, quando improvvisamente lei gli fu addosso.
Appoggiando il suo seno al petto gli sfiorò le labbra con la lingua, e lui sentì il sangue giungere d'un colpo alla testa e pulsare come un fuoco sulle tempie: poteva annusare il profumo dei capelli di lei, e inebriarsi della fragranza della sua pelle. Il calore del respiro contrastava col freddo della lama appoggiata sul collo, ma questa sensazione svanì quando sentì la mano di lei spingersi tra le sue cosce e salire, decisa e ferma, ad eccitarlo. Non volle proferire parola, non più: la lasciò fare, immobile. Il coltello recise la stoffa della camicia, e lei prese a baciargli il petto, scendendo, spostandosi lentamente, soffermandosi sull'ombelico e sul basso ventre, mentre Morgan, col fiato mozzo, respirava a fatica. Sapeva toccare punti giusti, su questo non v'era dubbio...

Lo sovrastava, bellissima e sfrontata. Si slacciò un tratto del corsetto lasciando intravedere un seno, maliziosa, e gli sorrise ambigua. La lama del coltello percorse il tratto dal collo all'ombelico sfiorando la pelle di lui, che al contatto col metallo si increspò lievemente; poi, si insinuò tra le brache e la cintura di cuoio, la tagliò e la mano di Marìne scese a slacciargli i bottoni dei pantaloni. Era indeciso se rimanere fermo o se toccarla ed accarezzarle le gambe che lo avvinghiavano, lo avvolgevano di calore: quando sentì le labbra di lei schiudersi attorno al suo membro, la sua mente si sciolse, smettendola di farsi domande inutili… di chiedersi se sarebbe passato qualcuno… se li avrebbe visti… al diavolo!

Marìne si ritrasse di scatto, e il coltello tornò accanto alla gola di Morgan:

"Portatemi con Voi! Viaggeremo insieme."

Morgan la guardò, come risvegliatosi da un sogno, e sul suo volto si disegnò il suo solito ghigno.

"Tentate di convincermi con le Vostre grazie, ora? V'è rimasto solo questo, come asso nella manica?
Non ho alcuna intenzione di viaggiare con voi, Marìne, lo sapete… Continuate pure ciò che state facendo… da me non otterrete nulla di più."

Fu come riceve uno schiaffo in pieno viso. La delusione e la rabbia colorarono ancora di più le gote della donna, che divenne furiosa.

"Come osate!?!"

Alzò la lama minacciando di colpirlo, ma lo vide scoppiare in una fragorosa risata.

"Non avrete intenzione di uccidermi prima di aver finito, vero? Proprio ora che il gioco si stava facendo eccitante..."

A queste parole, lei improvvisamente ritrovò la calma. Sul suo viso si dipinse un sorriso strano, malizioso. Annuì all'uomo, e ricominciò a spogliarlo, mentre Morgan si lasciava fare, beatamente.
Gli sfilò gli stivali e poi i pantaloni, con decisione, accarezzandogli l'inguine: gli si mise sopra, per spogliarlo più comodamente della giacca e della camicia, ricoprendolo di baci sul collo.
Morgan pensò in quel momento che, se ci fosse stato un Paradiso, l'avrebbe immaginato così... Marìne lo accolse dentro di lei, e vide la sua espressione di stupore... non si sarebbe aspettato tanta accondiscendenza in una situazione del genere. Mentre si muoveva sensuale sopra di lui, prese sorridendo la cintura di cuoio, e con cura gli legò le mani.
Lui sulle prime non vi fece caso, preso dal suo calore e dai suoi modi.. se ne accorse solo qualche minuto dopo quando, abbandonato a metà della danza amorosa, si ritrovò sdraiato in mezzo alla strada, nudo, e senza più il suo cavallo ad aspettarlo.

Marìne si era presa la propria rivincita: al galoppo, già scompariva all'orizzonte con tutto ciò che l'uomo portava con sè in quel viaggio.
Non avrebbe dovuto trattarla a quel modo, sarebbe bastato un sì... ma aveva voluto umiliarla... questo era ciò che si meritava.

Morgan si alzò in piedi e imprecò, lasciandosi sfuggire un ghigno divertito.

“Bha! …donne…”



Capitolo di una storia ideata da Morgan Leah


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